Fulvio Bertuccelli vince la decima edizione del Premio Lorenzo Claris Appiani per la traduzione di "Zamir" di Hakan Günday, edizioni Marcos y Marcos

Fulvio Bertuccelli vince la 10° edizione del Premio Appiani

Fulvio Bertuccelli vince la decima edizione del Premio Lorenzo Claris Appiani con la traduzione di Zamir, il romanzo di Hakan Günday edito da Marcos y Marcos. Il nome del vincitore è stato annunciato al Salone del Libro di Torino nell’ambito dell’Autoreinvisibile, il ciclo di incontri sulla traduzione editoriale, curato da Ilide Carmignani. La cerimonia di premiazione, a cui parteciperanno il traduttore e i membri della giuria, avverrà durante la prima giornata di Elba Book Festival, martedì 15 luglio nella piazza di Rio nell'Elba alle 18:30.

Il premio Lorenzo Claris Appiani, nato dieci anni fa per celebrare la memoria del giovane avvocato ucciso nel Palazzo di Giustizia di Milano e il legame con la sua terra d’origine, ha l’obiettivo di dare luce alle figure spesso invisibili di traduttori e traduttrici, attori insostituibili e necessari nel delicato processo di mediazione culturale; inoltre si propone di dare risalto al valore culturale e sociale non solo del mestiere del traduttore, ma anche della letteratura e dell’editoria indipendente. Per la decima edizione del premio, la famiglia Appiani, in accordo con le componenti della giuria, ha scelto di indagare la letteratura turca tradotta in italiano. Si tratta di una produzione narrativa ancora poco nota in Italia, che sottopone alla nostra attenzione temi universali e contemporanei da una angolatura nuova.

Il premio Lorenzo Claris Appiani, riservato agli editori indipendenti e alle loro pubblicazioni, è promosso dalla famiglia Appiani, dall’Associazione Culturale Elba Book Festival e dall’Università per Stranieri di Siena (UNISTRASI), che garantisce anche il supporto scientifico, e si svolge con il patrocinio del Comune di Rio. Per l’anno 2025 la giuria è formata da: Giulia Marcucci, presidente, professoressa di lingua e traduzione russa presso l'Università per Stranieri di Siena e direttrice del Centro Studi sulla Traduzione (CeST), nonché traduttrice di saggistica e narrativa contemporanea russa; da Ilide Carmignani, traduttrice dallo spagnolo e curatrice della sezione L'Autoreinvisibile al Salone Internazionale del libro di Torino, da Hilal Aydin, docente di lingua e cultura turca presso l’Università per Stranieri di Siena e da Nicola Verderame, docente di Filologia turca presso l'Università di Napoli “L'Orientale”.

La decima edizione del Premio di traduzione letteraria Lorenzo Claris Appiani ha visto protagonista la letteratura turca tradotta in italiano. Negli ultimi vent’anni, le traduzioni dal turco sono aumentate in maniera costante e hanno riscosso un sempre maggiore apprezzamento da parte del pubblico. Le opere pervenute spaziano dai classici di fine Ottocento e inizio Novecento ai romanzi apparsi in Turchia negli ultimi anni. Occorre inoltre sottolineare che i romanzi candidati sono stati tradotti da persone tra i trenta e i quarant’anni di età, segno che a un nuovo interesse verso la letteratura turca corrisponde una nuova generazione di traduttrici e traduttori.

La giuria presieduta da Giulia Marcucci (Università per Stranieri di Siena) e composta da Hilal Aydın La Spisa (Università per Stranieri di Siena), Ilide Carmignani (traduttrice) e Nicola Verderame (traduttore) attribuisce il premio a Fulvio Bertuccelli per la traduzione di Zamir di Hakan Günday, pubblicato da Marcos y Marcos.

Il protagonista del romanzo è nato in un campo profughi, ha il viso sfigurato da una bomba e da anni è il volto pubblico di una ONG corrotta. Lavora per prevenire i conflitti in varie regioni del mondo, anche se ciò comporta mentire, cooperare con dittatori o condannare a morte. Oltre a essere un’opera che interroga in maniera radicale la coscienza del mondo contemporaneo, affrontando le contraddizioni del nostro tempo e i dilemmi morali della società attuale, Zamir è un romanzo giocato sulle ambiguità più che sui contrasti netti tra bene e male, e così anche la figura del protagonista non è facilmente incasellabile. Il ritmo serrato, i piani temporali sovrapposti e il passaggio dalla prima alla terza persona hanno dunque richiesto al traduttore una scrittura particolarmente creativa e accurata.

Fulvio Bertuccelli è riuscito con eleganza e precisione a tradurre un testo turco volutamente caratterizzato da squilibri e differenze di registro e tono, con grande sensibilità per lo stile oscuro e provocatorio di Günday; con consapevolezza ha saputo restituire al lettore italiano le sfumature retoriche, i dialoghi intensi, i cambi di prospettiva e le immagini potenti del testo di partenza, senza mai trascurare la resa accurata degli elementi che formano il contesto socioculturale dell’opera. Merito di Bertuccelli è di essersi distinto per una resa efficace e brillante di un testo complesso che alterna riflessioni etiche, passi allucinati e squarci surreali. Per questi motivi, la giuria all’unanimità ha deciso di conferirgli il Premio per la traduzione letteraria Lorenzo Claris Appiani.

La collaborazione con l'università per Stranieri di Siena e la scuola di traduzione letteraria. “L’Università per Stranieri di Siena collabora con Il Premio Lorenzo Claris Appiani dalla sua nascita e siamo onorati di aver percorso questi dieci anni vicino ai signori Appiani, a Roberta Bergamaschi e agli altri organizzatori dell’Elba Book Festival – afferma la professoressa Giulia Marcucci -. Celebrare ogni anno la traduzione letteraria, nel ricordo di Lorenzo, ci offre infatti l’opportunità unica di tenere insieme l’aspetto scientifico del nostro lavoro con quello profondamente umano, legato alla memoria e soprattutto alla sete di giustizia. Non dobbiamo e non vogliamo dimenticare le parole di Brodskij, che diceva che la traduzione è la madre di ogni civiltà. Dal 2016 a oggi abbiamo premiato traduttrici e traduttori dall’arabo, russo, cinese, portoghese, giapponese, Yiddish, francese, spagnolo, tedesco e turco, mettendo a disposizione le nostre competenze linguistiche e culturali per ciascuna di queste aree. Negli ultimi tre anni abbiamo inoltre creato ulteriori ponti tra il Premio e il nostro Ateneo: il premiato viene ospitato in autunno a Siena a tenere un seminario nel Centro Studi sulla Traduzione; abbiamo ideato una Scuola di traduzione letteraria intitolata a Lorenzo, che si svolge a Rio Marina in autunno, l’ultima settimana di settembre o la prima di ottobre – quest’anno sarà dedicata al tedesco, mentre nella prima edizione i laboratori di traduzione erano dedicati al francese. L’idea di questa Scuola è di condividere la pratica della traduzione con esperti, generalmente un traduttore premiato e un docente universitario specialista di traduzione, in un posto così accogliente, incantevole e al contempo “isolato” come “Le sughere del Montefico”. Inoltre, da quest’anno abbiamo coinvolto nei lavori del Premio e del Festival i nostri dottorandi e le nostre dottorande del Dottorato in Studi di Traduzione; spero dunque che anche il loro entusiasmo possa dare un importante contributo alla nostra collaborazione.”

I componenti della giuria per la X edizione

Hilal Aydin La Spisa, nata in Turchia, si è laureata all’Università di Gazi (Ankara), Dipartimento di Lingua e Letteratura Turca e nel 2014 ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Letteratura turca moderna presso l’Università di Bilkent. È stata Assistant Professor presso l’Università di Gediz (Smirne) dove ha insegnato Letteratura turca moderna, Critica letteraria e Analisi del testo. In qualità di editore, ha curato la pubblicazione di numerosi libri di narrativa e saggistica. Ha tradotto in turco narrativa per l’infanzia dall’inglese e dall’italiano. Nel 2021 ha ricevuto una menzione d’onore per il suo poema in prosa in un concorso nazionale organizzato in memoria della poetessa Gülten Akın. Da ottobre 2024 insegna Lingua Turca all’Università per Stranieri di Siena.

Ilide Carmignani, traduttrice fra gli altri di Bolaño, Borges, Cortázar, Fuentes, Márquez, Neruda, Onetti, Paz, Sepúlveda, ha vinto il Premio di Traduzione dell'Istituto Cervantes, il Premio Nazionale di Traduzione del Ministero dei Beni Culturali, il Premio Bodini (con la sua nuova traduzione di Cent'anni di solitudine), il Premio Lettura-Corriere della Sera e il Premio Von Rezzori. Cura “L’AutoreInvisibile” e “Dall’italiano al mondo” per il Salone del Libro di Torino. Collabora con il “Post”. Ha pubblicato Gli autori invisibili (Besa), Storia di Luis Sepúlveda e del suo gatto Zorba (Salani) e, con Elena Battista, Saltare nelle pozzanghere (Rizzoli).

Giulia Marcucci è professoressa associata presso l’Università per Stranieri di Siena dove insegna lingua e traduzione russa; presso lo stesso ateneo dirige il Centro Studi sulla Traduzione (CeST) e coordina il Dottorato in Studi di traduzione. Ha tradotto saggistica, romanzi e racconti russi contemporanei. Nel 2012 ha ricevuto il Premio di traduzione letteraria “Italia-Russia. Attraverso i secoli” – sezione giovani e nel 2018 ha vinto la IV edizione del Premio di traduzione “Polski Kot” con la raccolta Falce senza martello. Racconti post-sovietici (miglior opera tradotta in italiano dalle lingue slave). È autrice di due monografie su A. P. Čechov: Lo scrittore bifronte. Anton Čechov tra letteratura e cinema (1909-1973) (Aracne 2011) e Čechov in Italia. La duchessa d’Andria e altre traduzioni (1905-1936) (Quodlibet 2022). Ha curato con Anna Baldini La donna invisibile. Traduttrici italiane nel primo Novecento (Quodlibet 2023).

Nicola Verderame ha insegnato Lingua turca all’università del Salento e Filologia turca presso l’università “L’Orientale” di Napoli, dove si è laureato in Studi Islamici. Ha conseguito un Research Master in Turkish Studies all’università di Leiden e il dottorato in Storia contemporanea alla Freie Universitaet Berlin. Nel 2017 ha ricevuto il Premio di traduzione “Benno Geiger – sezione giovani” e nel 2018 il Premio Nazionale di Traduzione del Ministero dei beni e delle attività culturali. Con il romanzo di Burhan Sönmez Pietra e ombra, nel 2023 ha ottenuto il Premio Annibal Caro per la traduzione letteraria.

Fulvio Bertuccelli nasce a Messina il 21 maggio 1984. È borsista Marie Curie alla Sapienza di Roma. Esperto di storia politica e culturale della Turchia contemporanea, ha insegnato Lingua Turca e Storia dei Paesi Islamici negli atenei di Firenze e Bologna. Parallelamente, ha svolto attività di traduzione letteraria dal turco all'italiano di autori quali Yunus Emre, Sabahattin Ali, Adalet Ağaoğlu, Elif Shafak e Hakan Günday.

La sua prima traduzione è stata il romanzo Ankara di Yakup Kadri Karaosmanoğlu, poi A con Zeta di Hakan Günday (Marcos y Marcos). Nel tempo libero cerca di coniugare l’impegno sociale con la passione per la lettura e per la musica.