Premio Lorenzo Claris Appiani 2020

Premio Lorenzo Claris Appiani: quando la traduzione letteraria parla di attualità e onestà intellettuale

Il premio Lorenzo Claris Appiani per la traduzione letteraria è promosso dall’Associazione Culturale Elba Book Festival, dalla famiglia Appiani e dall’Università per Stranieri di Siena, che garantisce il supporto scientifico. Il premio vuole ricordare la figura di Lorenzo Claris Appiani, il giovane avvocato di origine elbana barbaramente ucciso nell’aprile 2015 durante la sparatoria al Palazzo di Giustizia di Milano.

Il Premio, giunto quest’anno alla sua sesta edizione, intende valorizzare la funzione culturale della traduzione come ponte fra culture e mondi e, per rafforzare ulteriormente questo fine, è dedicato ogni anno a una lingua diversa: dopo l’arabo, il russo, il cinese, il portoghese, il giapponese nel 2021 l’attenzione si rivolge alla letteratura ebraica, ai suoi interpreti e ai traduttori dall’ebraico all’italiano.

Indirettamente il festival riconosce anche il merito degli editori indipendenti – sono escluse dalla competizione le opere pubblicate da grandi gruppi editoriali – spesso impegnati nella ricerca della qualità al di fuori dei circuiti che celebrano opere e autori già affermati sul mercato internazionale del libro.

Presiede la giuria la prof.ssa Lucinda Spera, italianista dell’Università per Stranieri di Siena, affiancata da Liana Tronci, linguista dello stesso ateneo, e da tre esperti della lingua prescelta, essi stessi traduttori, scrittori o esperti della materia.

Già dalla prima edizione, nel 2016, il Premio Lorenzo Claris Appiani si è ritagliato uno spazio sui media nazionali e di settore, anche grazie alla collaborazione con voci importanti della cultura letteraria, quali il giornalista e scrittore Luciano Minerva e Ilide Carmignani, una delle voci più autorevoli della traduzione in Italia, promotrice al Salone Internazionale del Libro di Torino degli incontri dedicati all’Autore invisibile e da qualche anno madrina del Premio.

Che la traduzione sia strettamente legata a temi universali quali l’identità e la diversità è ormai quasi un luogo comune, e l’attualità di questo legame è evidente nella polemica scoppiata sulla traduzione delle poesie di Amanda Gorman, all’indomani della sua performance per l’elezione di Joe Biden alla Casa Bianca. Tuttavia, in questo momento storico, grande attenzione deve essere dedicata all’uso improprio di quei valori identitari che una certa comunicazione trasforma, appunto, in luoghi comuni e infine in strumenti di mercato, per fini politici, sociali o semplicemente economici.

 

Parlando di traduzione al nostro festival, attraverso la voce di chi ne ha fatto con passione e competenza il proprio mestiere e la propria vita, desideriamo parlare di letteratura e di attualità, di onestà intellettuale e di cittadinanza attiva, con la speranza di fornire a chi ci segue una prospettiva sulle cose che parta da dentro.

 

Roberta Bergamaschi

dal 2016 organizzatrice del premio