Il borgo di Rio nell'occhio dei fotografi: Berger e Cavallari alla nona edizione di Elba Book

Nell’ambito del premio Demetra, concepito dal festival e dal Consorzio Comieco per vocazione ecologista e per valorizzare la letteratura ambientale, questa sera, la manifestazione si focalizzerà sul riconoscimento pubblico a Hans Georg Berger. Il fotografo internazionale, dalla fine degli anni Settanta, ha avviato il restauro dell’Eremo di Santa Caterina d’Alessandria, sul monte Serra, trasformando l’antico convento francescano in un centro internazionale d’arte, e realizzando un orto botanico dedicato alla flora autoctona dell’Arcipelago Toscano.

Quando Berger vide per la prima volta l’Eremo, nel 1977, lo trovò abbandonato e decadente, e faticò a scovare quello che un tempo era un rigoglioso giardino curato dai monaci. È rinato nel 1988, grazie all'impegno di artisti, botanici e giardinieri venuti dai quattro angoli del mondo per ripristinare e valorizzare gli antichi fulgori medioevali.

Il fotografo ha raccolto nel volume Giardini dell’Eremo (2022), edito da Persephone e curato da Berger stesso, gli scritti che approfondiscono le caratteristiche di questo antico hortus conclusus dov’è possibile entrare in contatto con la natura.

Tra il centro storico di Rio nell’Elba e la Chiesa della Pietà saranno esposte anche le fotografie di Max Cavallari. La mostra “Acquaintance”, composta da quindici scatti, racconta i 40 giorni di Search and Rescue della nave Humanity 1 nel Mediterraneo. A inaugurarla è stato lo stesso Cavallari presso il passo della Pietà, domenica scorsa, alle 18:30, con l’assessore alla cultura Mattia Guerrini, il direttore artistico Marco Belli e il fotografo Andrea Lunghi.

La missione di Search and Rescue avvenuta tra ottobre e novembre 2022, raccontata da Max Cavallari, è un’analisi sul rapporto tra esseri umani e sulla capacità di adattamento degli stessi.

Il risultato dei 40 giorni di navigazione è un’osservazione su quanto la bolla sociale dell’essere umano abbia la capacità di adattarsi a seconda degli spazi fisici e degli individui con cui interagisce, un reportage fotografico che racconta la storia di un confine, di coloro che lo attraversano e del rapporto tra loro. Si tratta di quaranta giorni caratterizzati dalla concretezza, valorizzati dalla testimonianza fotografica. Cavallari riesce a mettersi negli occhi dei migranti: il suo obiettivo sfida la superficie per farne emergere le contraddizioni e le storture: dalle increspature sull’acqua alle rughe dei volti sofferenti, sino a una realtà che si deforma sotto il peso dell’ingiustizia a scapito della sua stessa luce.

Chiara Evangelista